PORTA FLAMINIA, PIAZZA DEL POPOLO, CHIESA DI S.MARIA DEL POPOLO

Piazzale Flaminio

“Non osavo quasi confessare a me stesso la mia meta, ancora per via ero oppresso dal timore, e solo quando passai sotto Porta del Popolo seppi per certo che Roma era mia. Finalmente mi trovo in questa capitale del mondo! Tranquillo e pacato pertutta la vita.Giacchè si può dire davvero che abbia inizio una nuova vitaquando si vedono coi propri occhi tante cose che in parte già si conoscevano minutamente in spirito”

Porta Flaminia, oggi Porta del Popolo, antica porta romana inserita sul lato nord est delle Mura aureliane. Era la porta dei trionfi quella da cui tornavano vincitrici le legioni romane dalle campagne nel Nord Europa prima di acquartierarsi nel Campo Marzio, nell’area tra il Tevere e il Monscitoriume sfilare sulla via Sacra all’interno dei Fori.

La via Flaminia da cui prende il nome la Porta era una della vie consolari romane che in epoca romana aveva inizio alle pendici del Campidoglio e proseguiva in direzione nord est della penisola.

La Porta fu interamente rifatta, nella facciata esterna, da Nanni di Baccio Bigio nel 1562 -65, a un solo arco fra due coppie di colonne di antichi basamenti, che sorreggono una trabeazione dorica sormontata da una grande lapide dell’attico, dello stemma papale inserito fra due cornucopie, ai lati le statue dei santi Pietro e Paolo.

La facciata interna, fu invece opera del Bernini, eseguita in occasione della venuta a Roma di Cristina di Svezia, la regina convertita al cattolicesimo, nel 1655.

L’ampio fornice è compreso tra due coppie di lesene doriche con sull’attico l’iscrizione “Felici faustoqueingressui MDCLV” si riferisce appunto all’ingresso di Cristina da Porta Flaminia e l’anno di arrivo.

La piazza che si apre dopo la Porta è affascinante, grande, scenografica, capolavoro urbanistico neoclassico dell’architetto Valadier, che sistemò tutta l’area e il giardino del Pincio sin dal 1793.

Delimitano la piazza intorno alla porta, due bassi corpi di fabbrica simmetrici disegnati dal Valadier che mascherano da un lato la Caserma G. Acqua e dall’altro lato il fianco della Chiesa di Santa Maria del Popolo.

Al centro della piazza si erge l’Obelisco Flaminio, alto 24 metri, tra i due più antichi esistenti a Roma unitamente a quello in piazza in Laterano. Entrambi i due obelischi provenivano da Eliopoli, davanti al Tempio del Sole, ed erano stati eretti dai Faraoni Ramesse II e suo figlio Mineptah (1232-1200 a. C.).

Portati a Roma sotto l’Impero di Augusto, erano sistemati nella spina mediana del Circo Massimo. Fu il Papa Sisto V che nel 1589 lo fece innalzare in piazza del popolo, mentre il Papa Leone XII ne fece ornare il basamento diValadier inserendo la magnifica fontana a quattro vasche e i leoni di marmo.

Di fronte lo scenografico imbocco in via del Corso con le due strade laterali di via del Babuino e via di Ripetta con ai lati le due Chiese di S.Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli, iniziate intorno alla metà del 1600 e terminate attraverso diversi interventi architettonici del Bernini e del Fontana, prima delle sostanziali modifiche urbane del Valadier.

Sul lato destro della Piazza, alle pendici del Pincio si erge la Chiesa di Santa Maria del Popolo, tra le più belle chiese di Roma.

In origine, la Chiesa era stata una piccola cappella costruita dal Papa Pasquale II a spese del Popolo Romano, da cui il nome della Chiesa del popolo, sulla tomba dei Domizi, in cui era stato sepolto Nerone, per scacciarne lo spirito secondo la leggenda, ma anche probabilmente per celebrare la conquista di Gerusalemme avvenuta nel luglio dello stesso anno 1099 a conclusione della I Crociata.

La Chiesa, fu ampliata e modificata profondamente negli anni dal 1472-77 sotto Papa Sisto IV da Baccio Pontelli e Andrea Bregno, da Meo del Caprino e Bramante.

La facciata, bella ed elegante è tra i migliori esempi del Rinascimento romano, si eleva su una alta zoccolatura che la divide in tre campate, in quella centrale e sul portale maggiore si erge la cupola a timpano, in quelle laterali, portali minori sormontati da alte finestre centinate.

L’interno è leggiadro, a croce latina, diviso in tre navate con ampie arcate e cappelle laterali che racchiudono autentici monumenti e opere d’arte, alcune delle quali delimitate da balaustre rinascimentali ornate da ricchissime decorazioni.

Sull’altare maggiore una tavola della Madonna del Popolo attribuita a S. Luca, opera bizantineggiante del principio del secolo XIII.

Dietro l’altare, alle parte laterali due grandiose sculture sepolcrali a forma di arco trionfale, opera massima e capolavori di Andrea Sansovino, firmati entrambi, e che segna il passaggio tra l’arte del quattrocento e il Rinascimento, in cui i defunti non sono più rappresentati supini, come nei monumenti del periodo precedente, ma dormienti con la testa posata sul braccio.

Nella volta affreschi del Pinturicchio, (Incornazione di Maria, gli Evangelisti, le Sibille, i Padri della Chiesa) e le bellissime vetrate dipinte a fuoco da Guglielmo di Marcillat con fatti della vita della Madonna e di Gesù.

A sinistra della prima cappella, l’Assunzione , grande affresco di Annibale Carracci e a seguire i due grandissimi Conversione di S. Paolo e Crocifissione di S. Pietro, capolavori inestimabili del Caravaggio.

La cappella di Agostino Chigi su disegno di Raffaello, come pur di Raffaello furono i cartoni dei mosaici della cupola raffiguranti Dio creatore del firmamento e intorno i simboli del Sole e dei sette pianeti.

Tra le più belle Chiese di Roma, S. Maria del Popolo è nella sua interezza un complesso monumentale grandioso, racchiude sculture e affreschi della grande scuola italiana del Rinascimento e del Barocco, che oltre agli artisti citati, videro la presenza della scuola del Bregno, del Salviati, del Bernini, di Capponi, Morandi, Algardi, Sebastiano del Piombo, Lorenzetto.